venerdì 21 febbraio 2014

Double Points: Verdi. Dive, donne ed eroine di Emio Greco e PC


Quando lo spettacolo è firmato da Emio Greco e Pieter C. Scholten le emozioni palpitano all’unisono coi battiti del cuore, eliminando persino sul palcoscenico la distanza tra i danzatori e il pubblico. Un cantilenante tintinnio di campanellini, memore di nostalgici carillons, ipnotizza le menti catapultandole in un tempo che non c’è più, ovattato dalle ciprie e i rossetti delle Dive della storia dell’Opera. Al loro posto tre ballerine di fama internazionale, tanto dissimili nel corpo quanto magnetiche nello sguardo: si tratta di Helena Volkov, Suzan Tunca e Kelly Hirina, solo per un’ora – purtroppo – giovani emblemi delle eroine Violetta, Desdemona e Giovanna d’Arco.


Sulle note dell’Ouverture de La traviata si lasciano inondare dall’occhio di bue che le pone al centro della scena, offrendo agli spettatori tutta la propria sensualità, teneramente accarezzata dai lunghi abiti di raso provocanti al punto giusto. Tre effigi di bellezza e austerità tinteggiano l’Arena del Sole dei colori del Cielo, delle rose e dell’oro, fino ad impallidire completamente in flebili sottane quasi incarnate: radiografie tessili dell’animo femmineo celato dall’imponente simulacro della celebrità.
Incappucciate da passamontagna e maglie di metallo guerreggiano tra di loro alla conquista dell’auge del successo, rovesciandosi in un turbine di salti, cadute e grand plié alla seconda così travolgente da mozzare il fiato degli spettatori. Un piccolo accenno alla Cavalcata delle Valchirie wagneriana non può, dunque, fare altro che elettrizzare i più remoti antri della sensibilità.
Tormento e passione, però, non appartengono solo agli astanti: le tre eroine si muovono in perfetta coordinazione come manipolate da un burattinaio invisibile, sbatacchiate dal furore di una vita di fama ed eccessi, dalla quale non chiedono – ormai – altro che di esserne liberate. E il desiderio viene esaudito. Le apocalittiche note del Dies Irae di Giuseppe Verdi accompagnano il viaggio finale della loro gloriosa esistenza, impreziosito da due ultimi barlumi di emozione: gli occhi della Volkov, rigonfi delle lacrime di tutte le donne on e out of stage.


Visto all’Arena del Sole
Mercoledì 19 febbraio 2014

Marco Argentina

Nessun commento:

Posta un commento