giovedì 8 marzo 2012

“Due passi sono”: un candido balzo verso la felicità

Un ritaglio di pavimento a scacchi. Due sedie colorate. Un filoncino di pane, un blister di pillole-cibo, giornali. Un fiore di velluto il cui gambo può essere allungato all’inverosimile. Una lampada, un cuscino.
Due passi sono, per balzare fuori dalla scatoletta in cui vivono Pé e Crì.  Due passi per uscire da un microcosmo in cui la natura non è che un fiore finto, in cui non si vedono le stelle, in cui abbracciarsi non si può perché non è igienico e accarezzarsi diventa un’operazione che necessita di guanti sterili, in cui per sposarsi non si deve andare in chiesa ma in banca. Ma se è vero che dai diamanti non nasce nulla, e che non si può apprezzare un mare che si muove se non lo si è visto prima da lontano piatto e privo di vita, allora il carillon che imprigiona i due piccoli amanti è una soglia, un’anticamera della vita vera in cui è possibile immaginare lunghe braccia che conducano fuori mani libere di toccare e in cui si sogna un figlio e un cane.

 Due passi sono per “sognare davvero”, per infilarsi scarpe riposte da tempo e attraversare la soglia della felicità, per tirare fuori da un cuscino un velo bianco e un abito da sposa e scambiarsi inedite promesse d’amore al gusto di poesia.

Uno spettacolo delicatamente ironico. Minuto e perfetto come una bambola di porcellana dal viso levigato. La coppia Carullo-Minasi racconta la rivincita di chi, pur avendo visto la morte, si è tuffato nella vita. Una vera rarità nel teatro del pessimismo. Meritatissimo dunque il “Premio Scenario per Ustica 2011” che si sono aggiudicati i due artisti messinesi.

Rossella Menna

Nessun commento:

Posta un commento